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Identity in progress
Costruzione e decostruzione del sé

Torino | Aula magna della Cavallerizza Reale | 12-14 Aprile 2023

News: Video dell'evento

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Il Comitato Organizzatore vi ringrazia per la vostra calorosa partecipazione alla VII Edizione del Forum Ferdinando Rossi, intitolata "Identity in progress. Costruzione e decostruzione del sé". Scorrendo in questa pagina sarà possibile visualizzare le informazioni sul tema scelto, il programma dell'evento e i nostri relatori. Sono inoltre disponibili le videoregistrazioni dell'evento!

Video dell'evento

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Il Forum Ferdinando Rossi 2023 si è tenuto sia in presenza presso l'Aula Magna della Cavallerizza Reale che sotto forma di videoconferenza ospitata sulla piattaforma UnitoMedia. Il video di ciascuna giornata è disponibile sulla nostra pagina Facebook. Di seguito i link ai video delle singole giornate:

work in progress

PROGRAMMA FORUM FERDINANDO ROSSI 2023

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Mercoledì 12 aprile 2023

16:00

Accoglienza in sala

16:00 - 16:30

16:30

Saluti istituzionali

Intervengono
- Prof. Stefano Geuna (Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Torino),
- Proff. Michele Graziadei e Adriano Chiò (in rappresentanza della SSST)

16:30 - 17:00

17:00

Intervento Prof. Paolo Portinaro

Università degli Studi di Torino

17:00 - 18:00

Lectio di apertura

La lecture si propone essenzialmente tre scopi: 1) Fornire un quadro generale di antropologia filosofica, prendendo le mosse da Platone per arrivare a Nietzsche. 2) Delineare all'interno di questo quadro una genealogia dell'individualismo moderno. 3) Analizzare la crisi dell'identità individuale in relazione al futuro delle democrazie liberali

Giovedì 13 aprile 2023

10:00

Accoglienza in sala

10:00 - 10:30

Accesso diretto solo con preregistrazione su Eventbrite.

10:30

Intervento Prof.ssa Paola Molina

Università degli Studi di Torino

10:30 - 11:30

Le origini del sé: come i bambini arrivano a rappresentarsi come individui

Come i bebè e i bambini piccoli arrivano a costruire una rappresentazione di sé? Quando compare la consapevolezza di essere un individuo? Sono le domande che hanno intrigato gli psicologi fin dai primi studi diaristici (Darwin, 1877, Preyer, 1882), ancora adesso suscitano una serie di ricerche importanti. La condotta del bambino di fronte allo specchio è stata utilizzata per indagare lo sviluppo della coscienza di sé. Infatti i bebè e i bambini piccoli non si riconoscono nell’immagine speculare, ma rispondono inizialmente ad essa come ad un altro bambino, con una condotta di tipo sociale. Possono comprendere il funzionamento dello specchio fin dalla seconda metà del primo anno di vita: per esempio, si voltano vedendo l’immagine di una persona o di un oggetto verso la persona o l’oggetto reale; tuttavia, fino ai 18-24 mesi non sono in grado di riconoscere la propria immagine allo specchio. Attraverso le ricerche sulla risposta all’immagine speculare, in particolare attraverso la procedura sperimentale della prova della macchia (rouge task), illustreremo lo sviluppo della coscienza di sé nei primi anni di vita, e le domande che ancora oggi rimangono aperte sulla prima conquista dell’identità.

11:30

Intervento Prof.ssa Francesca Ferroni

Università di Parma

11:30 - 12:30

Intersoggettività e neuroni specchio

In questo intervento si affronteranno i temi della soggettività ed intersoggettività da una prospettiva incentrata sul corpo come base della nostra esperienza delle cose e degli altri. Verrà data particolare enfasi alla scoperta dei neuroni specchio e delle loro funzioni nel dominio dell’azione ed emozioni. La scoperta di questo meccanismo funzionale, chiamato «sistema dei neuroni specchio» ha rivoluzionato le tradizionali concezioni della comprensione delle azioni dando una fondazione neurofisiologica alla dimensione cruciale dell’essere umano e consegnandoci una nuova nozione di intersoggettività fondata empiricamente, connotata principalmente come intercorporeità.

12:30

Pausa pranzo

12:30 - 15:30

15:30

Intervento Prof.ssa Paola Rocca

Università degli Studi di Torino

15:30 - 16:30

Identità e percezione del sé in soggetti affetti da schizofrenia

Le profonde alterazioni del Sé presenti nel disturbo schizofrenico sono riconosciute da molto tempo, già da Kraepelin (1889) e Bleuler (1911). Lo psichiatra tedesco parlava di “perdita dell’unità interiore” e di “un’orchestra senza direttore” mentre lo psichiatra svizzero sottolineava come l’io del paziente sottenda le più diverse modificazioni inerenti la patologia. Il disturbo del Sé come indicatore del nucleo della vulnerabilità psicotica (in particolare schizofrenica) è stato sottolineato dalle ricerche e dagli studi di stampo fenomenologico, che hanno osservato come gran parte della sintomatologia schizofrenica possa di fatto essere considerata un riflesso di una compromessa esperienza di sé. Le neuroscienze suggeriscono che questo fenomeno sia il risultato di un mancato riconosciemento del sé attivo, cui consegue un’alterata elaborazione dell’informazione nell’attribuzione causale, nella mentalizzazione e nell’inferenza sociale. Una coscienza di sé disturbata è da tempo riconosciuta nella patologia psicotica, ma il Sé non viene menzionato nei criteri diagnostici sia del DSM-5-TR (APA, 2022) che dell’ICD-11 (OMS, 2019).

16:30

Tavola rotonda di studenti e studentesse

16:30 - 18:00


Stefano Zucca interviene e coordina la Tavola Rotonda scientifica.

Intervengono successivamente:
- Shivani Singh (Collegio Superiore dell’Università di Bologna), "Stereotipi impliciti. Dal cervello alla società";
- Luca Piccolboni (Università degli Studi di Torino), "Essere moltitudine. Come ripensare l'individuo attraverso l'intestino";
- Valentin Iftime (Università degli Studi di Torino), "(De)costruzione dell'identità: rigidità e molteplicità del sé"

Venerdì 14 aprile 2023

9:30

Accoglienza in sala

9:30 - 10:00

10:00

Intervento Prof.ssa Raffaella Ferrero Camoletto

Università degli Studi di Torino

10:00 - 11:00

Identità fluide? Corpo, genere e sessualità in una società liquida

Il corpo ha rappresentato per lungo tempo, nella storia, un ancoraggio percepito come naturale e come tale in grado di legittimare l’assegnazione ad un soggetto di una identità sociale (es. l’inserimento in una classe d’età o l’assegnazione ad una certa categoria di genere, al maschile o al femminile) e collettiva (es. l’appartenenza ad un clan, tribù, gruppo). In questa fase, il corpo costituiva un materiale su cui la società poteva imprimere i suoi segni e i suoi marchi, e un oggetto i cui confini dovevano essere sorvegliati per evitare forme di contaminazione simbolica (si pensi ai tabù alimentari o sessuali). La fase tardo-moderna, che ha inaugurato quella che Bauman ha chiamato “società liquida”, ci pone di fronte a un cambiamento radicale nel modo in cui corpo, genere e sessualità entrano nella costruzione identitaria. Da un lato, al corpo come materia di una costruzione dall’alto/istituzionale fa da contraltare un’individualizzazione del rapporto col proprio corpo, con la rivendicazione di un diritto e dovere alla sua gestione e manipolazione. A ciò si accompagna però anche una tendenza opposta, al riformarsi di identità collettive che si aggregano proprio intorno ai modi di percepire e di gestire i propri corpi (es. subculture alimentari come i vegani o sessuali come la comunità BDSM). Dall’altro lato il corpo torna ad essere al centro del controllo e della sorveglianza, sino a forme più radicali di biopotere che giungono alla costruzione biomedica dei corpi (es. l’ingegneria genetica, la robotica applicata alle protesi biomeccaniche). Tale biopotere si esprime anche nella forma della medicalizzazione di genere e sessualità, entrambi oggetto di processi di normalizzazione (es. dibattito intorno alla cosiddetta “ideologia gender”; normalizzazione chirurgica dell’intersex). Le forme di controllo e sorveglianza sui corpi possono anche essere interiorizzate divenendo una forma di autosorveglianza e autodisciplinamento: pensiamo alla costruzione normativa della bellezza corporea e al lavoro corporeo, spesso invisibilizzato, messo in atto per conformarsi a tali standard. Tuttavia, come sosteneva Foucault, ove si esercitano forma di autosorveglianza e autodisciplinamento, è possibile anche che si attivino forme di resistenza, controdiscorsi e pratiche alternative intorno ai corpi, ai generi e alla sessualità. Un caso emblematico può essere rappresentato dalle esperienze individuali e collettive come quelle delle identità non-binarie, genderfluid e genderqueer, delle nuove forme di relazionalità (come la poliamorosità e le non-monogamie consensuali) e delle forme di attivismo corporeo (es. contro la grassofobia) che sfidano le normatività in campo sessuale (cisnormatività, eteronormatività, monosessismo, allonormatività, amatonormatività, mononormatività).

11:00

Tavola rotonda di studenti e studentesse

11:00 - 12:00

Sara Fontanelli (Università degli Studi di Torino) interviene e coordina la Tavola Rotonda umanistica.


Epistemologie queer e Psicoanalisi dei sistemi sociali di identità

Il presente intervento traccia una teoria contemporanea dell'identità a partire dalla dialettica tra l'individuo e il collettivo, teoria che include il problema del confine identitario, del rapporto con l'alterità e del diritto sessuale, ricorrendo all'intersezione di cinque campi di studio interdisciplinari e eterogenei: la decostruzione, la psicoanalisi sociale, la teoria queer, la biologia evolutiva e la teoria dei sistemi. La decostruzione di Jacques Derrida propone una nozione di "io" non scindibile da quella di "altro": poiché l'intimo dell'individuo è il suo estraneo, tanto più siamo ospitali nei confronti dell'alterità che ci abita quanto più lo saremo nei confronti dell'altro sociale, sviluppando sia un'etica della responsabilità collettiva basata sull'ospitalità sia una logica dell'indecidibile, che attesta un'indistinguibilità tra ciò che è altro e ciò che è proprio: nell'incontro con l'altro si smargina il confine dell'io con se stesso. Ciò è giustificato, nella psicoanalisi sociale di Freud e Lacan, dal costrutto di coincidenza tra psicologia individuale e collettiva (Psicologia delle masse e analisi dell'io, Freud) e di costituzione dell'io come "immagine rovesciata" dell'Altro (stadio dello specchio). È a quest'altezza che dobbiamo interrogare lo statuto dell'Altro sociale che ci situa e ci pre-determina: la Teoria Queer mostra quali siano gli effetti dell'esistenza di un Altro binario e etero-normato e quale l'esigenza urgente di decostruirlo; infatti cosa ne è della coincidenza di psicologia individuale e collettiva se negli schemi e nelle strutture pre-costituite del collettivo non trovano ospitalità le esistenze cosiddette non normate? Presento pertanto il case study di un soggetto intersessuale, Herculine, mostrando come il suo corpo diventi oggetto di presa di un controllo biopolitico, che vuole renderlo forzatamente intellegibile ai codici socio-culturali vigenti: come può un "corpo non conforme" smarcarsi dalla bio-politica senza estraniarsi dagli imperativi della propria comunità e del proprio tempo? Il post-strutturalismo queer di Judith Butler ci consente di rispondere a questa domanda attraverso una nozione emancipatoria che è quella di soggetto performativo, ovvero un soggetto che costruisce la propria identità attingendo dagli atti stilizzati e ripetuti dell'identità collettiva solo ciò che gli è utile per "fare e disfare" il proprio genere, in un continuo making. La sfida all'identità antropocentrica, maschiocentrica, che è presunta coincidere con se stessa, viene estesa dalle prospettive eco-femministe queer e postumane di Donna Haraway e Rosi Braidotti: la prima con la nozione di cyborg - ibrido di soggetto biologico e tecnologico, metafora critica contro l'essenzialismo dei generi e contro un binarismo insostenibile per i soggetti post-moderni - la seconda con la nozione di soggetto nomade, che denuncia di volta in volta i condizionamenti storici, politici e trans-culturali che rendono possibile o impossibile la sua enunciazione, mettendo così in pratica un'epistemologia situata. Tramite questi apporti teorici, il nostro concetto di identità individuale risulterà ampliato, fino a poter parlare di "caleidoscopio di identità", supportati scientificamente dalle scoperte della biologia evolutiva: la biologa statunitense Anne Fausto Sterling giustifica la pluralizzazione delle identità attraverso una visione a ventaglio della natura dei sessi, che non sono due ma almeno cinque, fino a una varietà cromosomica di cinquantasei sessi naturali. I cinque contributi epistemologici per una teoria contemporanea dell'identità hanno l'obiettivo di indicare nuovi scenari di soggettivazione, ovvero modi possibili di essere soggetti entro le norme della comunità, al contempo senza restarne alienati e mantenendo salda l'auto-affermazione del proprio desiderio identitario.


Intervengono successivamente:


- Alessia De Filippis (Università degli Studi di Torino), "Disintegrarsi per integrarsi. Narrazione di un’identità ibrida: il caso de “La città degli amori infedeli” (2012) di Najat El Hachmi";


- Michele Vinai (Università degli Studi di Torino), "An enactivist and phenomenological understanding of self-identity";


- Silvia Ruggeri (Collegio Superiore dell’Università di Bologna), "Il ruolo degli stati nel determinare l’esperienza delle soggettività migranti ai confini dell’Europa"

12:00

Pausa pranzo

12:00 - 15:00

15:30

Intervento Prof. Federico Bertoni

Università di Bologna

15:30 - 16:30

La scatola nera dell’Io. Identità e differenza nell’opera di Don DeLillo

La cultura del Novecento, raccogliendo varie inquietudini tardo-ottocentesche, ha messo in crisi la nozione classica di identità, almeno dal momento in cui Sigmund Freud ha proclamato che «l’Io non è padrone in casa propria». Da allora, tanto le arti quanto le scienze umane hanno sferrato continui e poderosi attacchi contro quello che Carlo Emilio Gadda definiva «il più lurido di tutti i pronomi». Se la grande letteratura del primo Novecento (Joyce, Woolf, Proust, Svevo, Pirandello, Kafka) ha messo in scena un personaggio scisso e alienato, la tradizione successiva non ha fatto che radicalizzare questo processo, fino agli esiti postmoderni e contemporanei in cui domina una soggettività fluida, frammentata, decentrata, continuamente costruita e decostruita. L’intervento esplorerà questo orizzonte attraverso lo sguardo di uno dei più significativi romanzieri contemporanei, Don DeLillo, che la critica ha spesso descritto come un lucidissimo «antropologo del presente». Con un’opera narrativa che copre un cinquantennio di storia, dal 1971 di Americana fino al 2020 del Silenzio, DeLillo ci offre infatti una campionatura ricchissima sulle forme e sui problemi dell’identità nella nostra attuale forma di vita. Troviamo così motivi classici come lo specchio, ma anche evoluzioni tecnologiche come lo schermo in cui gli abitanti della «società dello spettacolo» (Guy Debord) osservano ansiosamente se stessi o gli altri in cerca di una consistenza che sembrano avere perduto. Troviamo spesso personaggi in crisi, in fuga da se stessi, con traumi irrisolti alle spalle, che inseguono una possibile autenticità o che invece si fabbricano identità alternative, nomi falsi, pseudonimi, travestimenti, ruoli fittizi, versioni alternative del proprio io. Ancora, troviamo figure doppie, scisse, alienate, che svaniscono nell’anonimato o che annullano la loro individualità nei riti della folla e della società di massa. Sono inquietudini presenti fin dalle prime opere di DeLillo ma che, in modo sintomatico, tendono ad accentuarsi in quelle successive ad Underworld (1997) e alla svolta del millennio: qui l’interrogazione sull’identità si lega alla meditazione sul tempo (Body Art, Point Omega), a un trauma storico collettivo come l’attacco dell’11 settembre (Falling Man), al problema della morte e di un’eventuale sopravvivenza attraverso le tecnologie di crioconservazione che evocano una soggettività postumana (Zero K). In generale, l’universo narrativo di DeLillo ci mostra che l’identità umana non è un dato naturale ma una costruzione, un processo fluido e dinamico, esposto agli influssi dell’ambiente culturale e a una molteplicità di variabili. Ci sono così identità costruite dalla pratica del consumo che sembrano incarnare la formula usata da Zygmunt Bauman nel titolo di un suo libro, Consumo, dunque sono, variazione sul tema del cogito cartesiano; ci sono identità mediatiche, che esistono solo in quanto vengono create e “performate” dai mezzi di comunicazione di massa; ci sono identità cibernetiche, in cui l’individuo coincide con un tabulato informatico o con la somma totale dei suoi dati; e ci sono identità narrative, plasmate da un processo di ricostruzione memoriale e dalla narrazione di una storia personale, il cui statuto di verità resta però sempre incerto. È quel che si dice del protagonista di Underworld, Nick Shay: «Quando Nick morirà, una squadra di metafisici esaminerà la scatola nera, la personale registrazione di volo progettata per rivelare come funzionava la sua mente e perché faceva quello che faceva e cosa pensava in generale, ma non c’era alcuna garanzia che avrebbero trovato la minima spiegazione».

16:30

Intervento Prof.ssa Giuliana Tomasella

Università di Padova

16:30 - 17:30

Il ruolo dell’arte nella costruzione dell’identità coloniale italiana

Qual è stato il peso delle immagini nella costruzione dell’identità coloniale italiana? Che ruolo ha avuto l’arte nella definizione di tale identità? Quanto dei clichés e stereotipi attraverso i quali l’Africa e gli Africani vengono rappresentati è otto-novecentesco e quanto invece frutto di un travaso da esperienze precedenti? Attraverso una campionatura di dipinti e sculture presentati all’interno delle numerose rassegne coloniali che si svolsero in Italia e all’estero tra fine Ottocento e Seconda Guerra Mondiale, si cercherà di seguire la genesi e l’assestamento di una serie di topoi iconografici che costituiscono una sorta di “solidificazione” di alcuni dei più diffusi pregiudizi e miti intorno all’Africa e ai suoi abitanti: dalle apparentemente bonarie raffigurazioni paternalistiche alle crude visioni razziste, in un continuo gioco di rimandi e riflessi fra rappresentazione e autorappresentazione, lontananza e prossimità, identità e alterità.

17:30

Termine dei lavori e chiusura del Forum

17:30

Edizione 2023

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Dove nasce e come si forma nel nostro cervello la percezione di essere soggetti a sé stanti? Cosa ci distingue e rende unici rispetto a tutti gli altri esseri umani che vivono sulla terra? La nostra identità è univoca e ben definita o sfaccettata e plasmata dalle interazioni con l’ambiente e la società che ci circonda?


A queste e a molte altre domande spazianti in tutti gli ambiti del sapere cercherà di rispondere la settima edizione del Forum Ferdinando Rossi, intitolata "Identity in progress. Costruzione e decostruzione del sé" Con una serie di conferenze gratuite e aperte al pubblico, il Forum 2023 tratterà delicate e multiformi questioni riguardanti la formazione della percezione di sé, le incertezze sulla sua costruzione e le problematiche causate da quest’ultime.


La tematica dell'identità, sicuramente attuale e sentita nel mondo a noi contemporaneo, verrà affrontata attraverso una serie di conferenze dalla vocazione interdisciplinare, per poter offrire uno scambio fruttuoso e significativo tra differenti discipline.


La rassegna si svolgerà dal 12 al 14 aprile 2023. Vero e proprio cuore del Forum saranno le due tavole rotonde, a cui potranno partecipare, come relatori e relatrici, studenti universitari e studentesse universitarie frequentanti una delle realtà d’eccellenza d’Italia (Scuole di Studi Superiori e Collegi di Merito), l’Università degli Studi di Torino e il Politecnico di Torino. Le due tavole rotonde saranno introdotte da due dottorandi/e che apriranno il discorso e faciliteranno il dialogo tra le differenti discipline.


I partecipanti rifletteranno sulla costruzione dell'identità tra individuo e collettività e sulle influenze che quest'ultima esercita sul primo. La prima metà della Tavola sarà dedicata alla declinazione del quesito della tavola rotonda rispetto a tematiche di respiro umanistico e sociale, col titolo di “scienze umane”; la seconda metà della Tavola sarà dedicata invece alla declinazione tecnico-scientifica, col titolo di “scienze naturali”. Le interessate e gli interessati dovranno avere cura di inviare al Comitato Organizzatore del Forum Ferdinando Rossi l’abstract di un intervento, secondo le scadenze e le tematiche indicate sul relativo bando e il Comitato provvederà a vagliare le proposte ricevute.

ORGANIZZATORI

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Direttivo

  • Presidente: Chiara Platania
  • Vicepresidente:Irene Pellini
  • Tesoriere: Matteo Sartini

Comitato Organizzatore

Alessandro Cerri, Irene Dallorto, Elena Del Col, Sara Evangelista, Enrico Fedeli, Thomas Ferla, Samuele Giatti, Carolina Grossetti, Andrea Muratori, Luigi Parodi, Flor Pasturino, Alessandro Ponsi, Jeshua Stenta, Marta Tasinato, Sara Tavella, Stefano Zoia

RELATORI

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I relatori e le relatrici appartengono ad aree disciplinari differenti e provengono dai migliori centri di ricerca che trattano della tematica scelta. Al termine di ogni intervento sarà possibile sollevare domande, proporre stimoli, unirsi al dialogo.

Paolo Portinaro
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Paolo Portinaro

Università degli Studi di Torino
Paola Molina
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Paola Molina

Università degli Studi di Torino
Francesca Ferroni
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Francesca Ferroni

Università di Parma
Paola Rocca
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Paola Rocca

Università degli Studi di Torino
Raffaella Ferrero Camoletto
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Raffaella Ferrero Camoletto

Università degli Studi di Torino
Federico Bertoni
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Federico Bertoni

Università di Bologna
Giuliana Tomasella
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Giuliana Tomasella

Università di Padova

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con la partnership del Collegio Universitario Einaudi

Frequently asked questions

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Cos'è il Forum?

Il Forum Ferdinando Rossi è un evento culturale annuale, gratuito, che propone una visione a 360° di un tema di grande attualità.

Chi interverrà?

Relatori che, a partire dai propri differenti campi di ricerca, convergeranno sulla tematica prescelta.

Quando?

Dal 12 al 14 aprile 2023.

Chi può partecipare?

L’evento è aperto a chiunque sia interessato, anche a singoli interventi.

Streaming?

L'evento sarà trasmesso in streaming sui canali ufficiali di ateneo.

Sarà possibile seguire l’evento al seguente indirizzo: https://media.unito.it/?channel=7.